Lettera di Papa Francesco al Ministro generale
- Pubblicato in Altre notizie
Carissimo Padre Mauro,
sono stato contento averti recentemente incontrato, insieme ai fratelli delle Famiglie francescane. Ti sono assai grato per gli auguri natalizi che hai voluto accompagnare con il dono di carità che ho subito riservato ai fratelli segnati dal dolore e dall'emarginazione. Il Natale suscita in noi l'urgenza di estinguere la sete d'amore di Gesù mediante il servizio ai più poveri tra i poveri come ci insegna San Francesco quando contemplava il mistero dell'Amore non amato.
Mentre rispondo alla tua lettera, sollevo lo sguardo verso il Presepe e penso al cammino che vi porterà al Capitolo Generale segnato dalla condivisa riflessione sulla Ratio Formationis Ordinis. Guardando la piccolezza del bambino Gesù ne contemplo l'obbedienza e mi risuonano nel cuore le parole di Paolo ai Filippesi «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (2, 5-8).
Quanto si legge nelle Costituzioni della Compagnia di Gesù: «La vera obbedienza non guarda a chi si fa, ma per chi si fa; e se si fa soltanto per il nostro Creatore e Signore, è proprio a Lui, Signore di tutti, che si obbedisce» (84), Sant'Ignazio lo desume dal pensiero già proposto nella Legenda maior
S. Francisci scritta da San Bonaventura: «[... ] il vero obbediente è chi non giudica il perché lo spostano; non si cura del luogo a cui vien destinato; non insiste per essere trasferito; eletto ad un ufficio, mantiene la solita umiltà; quanto più viene onorato, tanto più si ritiene indegno» (cf VI, 4).
La Vita Consacrata è, pertanto, riconoscente a voi Francescani di questo carisma che si esprime nell'obbedienza al Vangelo sine glossa e attinge al mistero dell'umanità di Gesù la mansuetudine, la povertà e l'umiltà per vivere in letizia la fraternità che trasfigura il mondo. La minorità divenga dunque la bussola per orientare il cammino che state compiendo. Non c'è povertà senza obbedienza e neppure umiltà e castità. L'obbedienza ci consente di uscire da noi stessi per vivere l'autentica libertà evangelica. Questa è la profezia, contro il germe dell'anarchia, che in questi tempi il diavolo semina a piene mani.
Auguro a te e all'intera Fraternità francescana di vivere il mistero del Natale di Gesù come i pastori l'hanno compreso, in quella notte, andando «senza indugio» (cf Lc 2, 16) ad adorare il Signore.
Vi benedico di cuore e, per favore, pregate per me.
Franciscus
Scarica - Lettera di Papa Francesco al Ministro generale