San Bonaventura da Bagnoregio
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L’anniversario dei settecentocinquanta anni della morte del Dottore Serafico, avvenuta il 15 luglio del 1274, ci offre l’occasione non solo di ricordare e celebrare il servizio da lui dato all’Ordine e all’intera Chiesa, ma anche di riproporlo come un dono ancora valido per la nostra epoca.
È quanto ci diceva già papa Paolo VI in visita al grande Convegno Internazionale del 1974, organizzato per celebrare il 700° anniversario, quando raccomandò san Bonaventura «a tutti i figli della Chiesa, affinché, attraverso la meditazione attenta del suo messaggio, potessero divenire testimoni efficaci nella Chiesa e nel mondo intero». Consapevoli dell’importanza della sua figura, non sempre conosciuta e apprezzata in modo adeguato nemmeno nel nostro ambiente, vogliamo accogliere di nuovo l’invito di papa Paolo VI per condividere alcune riflessioni sulla sua vita e sul messaggio che da egli ci arriva, nella certezza di offrire una memoria preziosa e a noi utile per vivere meglio la nostra appartenenza all’Ordine francescano e il nostro impegno a favore della Chiesa e del mondo. Non è facile riproporre in poche righe la ricchezza teologica e francescana contenuta nei nove volumi dell’Opera omnia di san Bonaventura.
Abbiamo scelto, allora, di sottolineare alcuni aspetti dei tre principali ambiti della sua attività seguendo l’ordine cronologico del loro sviluppo. Innanzitutto, Bonaventura è stato maestro di teologia all’università di Parigi fino al 1257, quando lasciò l’incarico perché eletto ministro generale dell’Ordine, carica che gli venne ininterrottamente confermata fino al termine della sua vita; nello svolgere i due impegni egli si rivelò anche un mistico, terzo ambito della sua attività a vantaggio dell’Ordine e della Chiesa, quando pose al servizio degli altri la sua esperienza di Dio, proponendone possibili itinerari.
La presente lettera diventa anche un’importante occasione per esprimere la nostra gratitudine ai tanti studiosi, frati e laici, che si sono occupati con passione e tenacia negli ultimi cinquant’anni di questa grande e complessa figura di teologo, di frate e di mistico, mantenendo viva la sua memoria e mostrando la ricchezza e l’attualità del suo pensiero.
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