Ordo Fratrum Minorum Capuccinorum IT

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updated 11:54 AM UTC, Mar 20, 2024

Negli Usa la Beatificazione di Padre Francesco Solano Casey

Detroit (USA). Sabato 18 novembre scorso, a Detroit, ha avuto luogo la beatificazione di P. Francesco Solano Casey, frate cappuccino della Provincia Calvariense, nato nel 1870 e morto nel 1957. È il primo cappuccino americano a salire sugli altari. La sua vicenda biografica è stata straordinaria e si è svolta tra la regione dei Grandi Laghi, New York e infine Detroit: semplice sacerdote, senza la facoltà di confessare e predicare, portinaio e divulgatore dell’Opera Serafica SS. Messe. Durante la Grande Depressione (1929-1930) fu apostolo di carità organizzando la mensa dei poveri.  Fu anche uomo di grande preghiera facendo della sua vita un inno di lode e di ringraziamento a Dio.

La beatificazione di P. Solano ha avuto luogo nel grande Ford Field Stadium di Detroit, alla presenza di 70 mila persone, provenienti dagli Stati Uniti e dagli altri paesi americani. Nel corso di una grande concelebrazione - alla quale hanno partecipato alcune centinaia di sacerdoti, venticinque vescovi, tre cardinali, tra i quali il cappuccino americano O’Malley, arcivescovo di Boston, il card. Thobin e il cardinale, vescovo emerito di Detroit A. Maida - il delegato di Papa Francesco, S. Em. Card. Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, ha proclamato il nuovo Beato. All’omelia egli ha detto:  “Il Beato Francis Solanus Casey ha raggiunto la santità qui, negli Stati Uniti d’America, salendo ogni giorno i gradini che portano all’incontro con Dio mediante l’amore verso i fratelli bisognosi. Gli altri, soprattutto i poveri, erano visti da lui non come peso od ostacolo per il suo cammino di perfezione, ma come via alla luce dello splendore divino”.

Sesto di 16 figli in una famiglia di origini irlandesi, grande sportivo e amante del violino, lasciò molto presto gli studi esercitando i mestieri più diversi, dal bracciante al fornaio, dalla guardia carceraria al taglialegna. Poi, la vocazione: voleva diventare sacerdote diocesano, ma la sua scarsa preparazione culturale glielo impedì, così gli fu consigliato di orientarsi verso una congregazione. Erano altri, i suoi talenti, ma i suoi superiori se ne accorsero subito: “Per la gente sarà una specie di Curato d’Ars”, dissero nel giorno della sua ordinazione come prete simplex, cui era impedito di predicare in pubblico e di confessare.   

Da cappuccino prese a modello frate Francisco Solano, il missionario spagnolo in Sudamerica del XVI secolo canonizzato da Benedetto XIII. Per 20 anni e più fu portinaio nel convento di San Bonaventura di Detroit, dove visse di fede e di ascolto. Di giorno molti facevano la fila per un suo consiglio o per la fama che avevano le sue preghiere di essere munifiche di grazie, tanto che quando lo chiamavano mentre era a pranzo, ugualmente accorreva: “Il cibo non è così importante come aiutare gli altri”, diceva. La notte, invece, la trascorreva spesso in adorazione del Santissimo Sacramento. Così il cardinale Amato ricorda una particolare opera di carità del nuovo Beato: “Durante la grande depressione del 1929, per venire incontro ai molti che pativano la fame, creò, con l’aiuto di benefattori, la cucina per la distribuzione gratuita della minestra ai poveri. Per sostenere la sua cucina della carità andava in giro a persuadere agricoltori e compagnie a donare il cibo secondo questa intenzione”.  

Poi la sua salute si deteriorò e nel 1957 lo uccise una grave infezione della pelle, che i medici non erano riusciti a curare. Assistito dalla sorella, padre Solanus se ne andò con il sorriso e con scritto sulla porta della sua stanza d’ospedale quello che la sua voce non riusciva più a dire: “Io do l’anima mia a Gesù Cristo”. Un messaggio, quello dell’intera sua vita, che ancora ha molto da insegnare all’uomo di oggi, come conclude il porporato: “Innalzando il cappuccino americano agli onori degli altari, Papa Francesco lo addita a tutta la Chiesa, come discepolo fedele di Cristo, buon pastore. Oggi la Chiesa e la società hanno bisogno dell’esempio e dell’opera di padre Solanus”.

Non possiamo chiudere questo resoconto senza ricordare che alla celebrazione era presente il Ministro Generale dell’Ordine, P. Mauro Jöhri, che a nome di tutto l’Ordine cappuccino ha ringraziato il Card. Angelo Amato per il solenne rito della Beatificazione del P. Solano. E nel discorso non ha mancato di ringraziare il Postulatore Generale dell’Ordine, P. Carlo Calloni, al quale si deve molto del lavoro svolto perché la causa giungesse a conclusione. Infine ricordiamo che erano presenti anche la miracolata, signora Paula Medina Zarate, e 300 membri della famiglia Casey, parenti del nuovo Beato, sparsi in tutto il mondo.

Il neo beato chiude anche un anno benedetto per il nostro Ordine: infatti il 7 ottobre scorso, a Milano, è stato beatificato il cappuccino Arsenio da Trigolo (1849-1909) e il 15 dello stesso mese è stato canonizzato da Papa Francesco il Beato Angelo d’Acri (1669-1739).
 
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