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Presentazione del Signore al Tempio

La Festa della Presentazione del Signore al Tempio è diventata anche Festa della Vita Consacrata, perché oggi la consacrazione a Dio si compie nella consacrazione di Cristo. La vita consacrata rende visibile la consacrazione a Dio che è quella di ogni battezzato.

 

Vorrei soffermarmi su tre dimensioni particolarmente attuali di questa consacrazione cristiana. Prima: testimoniare la gratuità: Il racconto della Presentazione al Tempio mostra che l'esistenza di Gesù appartiene a Dio. Appartenere a qualcuno significa trovarsi in una situazione di dipendenza, persino di schiavitù. Ma non è così quando l'appartenenza è vissuta nei confronti di Dio, perché Dio vive ogni relazione con assoluto disinteresse. Dio libera coloro che si consacrano a lui permettendo loro di sperimentare questa gratuità in cui ci ha creati per amore. Il vecchio Simeone riconosce così nella consacrazione di questo bambino la gratuità della salvezza che Dio ci offre. Nella nostra società che non ha più bisogno della religione e che si basa sempre più sui rapporti commerciali, la vita consacrata è chiamata ad essere segno di questa gratuità senza la quale non c'è né amore né autentica libertà.

Testimoniare la libertà! L’appartenenza a Dio ha però le sue esigenze. Così profetizzò a Maria il vecchio Simeone: “Questo bambino sarà un segno di divisione. E tu stesso, il tuo cuore sarà trafitto da una spada”. Se la gratuità è cammino verso la libertà, è attraverso lo spogliamento, le separazioni che a volte sono vera morte. Offrirsi a Dio seguendo Gesù è acconsentire a una forma di morte a questo mondo per vivere la vita di Dio. Chi è liberato da Cristo può rischiare la vita nel dono di se stesso. Maria stessa ha fatto questa esperienza sentendo la ferita del cuore ai piedi della Croce. Questa ferita è una componente dell'amore. Libera l'affettività dalla sua spontanea possessività e la rende capace di un'autentica offerta di sé. La vita comunitaria si fonda sulla contemplazione di Gesù che si offre fino alla ferita del costato sulla croce. Non c'è fratellanza senza questa libertà di un cuore ferito nella sua autosufficienza. In un mondo dove c'è tanta sofferenza e solitudine affettiva, la vita consacrata è chiamata a testimoniare la libertà donata dall'amore del Crocifisso, fonte della fraternità a cui tutti siamo chiamati.

Testimoni della la vita eterna: La misericordia di Dio in Cristo ci fa conoscere fin d'ora la realtà del suo Regno, un Regno paradossale che si sperimenta dentro la nostra precarietà umana. Le nostre stesse miserie, vissute come ferite d'amore, diventano fonti vive di compassione e di abnegazione. L'amore di Cristo è vittorioso sulla sofferenza e sulla morte. Di fronte a situazioni umanamente senza speranza, i cristiani testimoniano la loro speranza in una vita più forte della morte. In questa speranza è già cominciata la vita eterna: «I miei occhi hanno visto la salvezza, luce per illuminare le genti e gloria d'Israele suo popolo!” proclama il vecchio Simeone. In un momento in cui l'uomo cerca di dominare la propria esistenza terrena per darsi l'illusione dell'invulnerabilità, è possibile per coloro che hanno basato la propria vita sulla realtà del Regno testimoniare una speranza che presuppone la vulnerabilità di un cuore di carne. La vita consacrata, fondata su valori che non sono di questo mondo, punta a quel Giorno in cui Dio sarà tutto in tutti: vieni, Signore Gesù! Chiamati alla gratuità, alla libertà e alla vita eterna, celebriamo in questa Eucaristia il dono che Cristo fa di sé al Padre gratuitamente e per sempre. Rendiamo grazie a Dio per la nostra consacrazione in Cristo. Che con Lui, per Lui e in Lui viviamo il dono della Vita in Dio ora e per sempre!

Da Fra. Pio Murat OFMCap, Consigliere Generale, CENOC

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